IL TUONO
C’era odore di terra bagnata, ancora prima che cadesse la prima goccia di pioggia. La polvere entrava in gola, sollevata dal vento di scirocco che precede il temporale. Il mare si era alzato, il cielo si era abbassato. In mezzo c’erano gli uomini. Che correvano al riparo, che rinforzavano gli ormeggi, che chiudevano le finestre. Al primo piano di una camera d’albergo, dietro i vetri, c’era lui che gurdava. Guardava i lampi, che tagliavano in due il cielo. Guardava quel porto e quella gente. Che non aveva mai visto prima: era arrivato da due ore, era partito da due giorni. Due giorni che aveva visto passare dal finestrino di un treno, dietro il suo riflesso. Era cambiata la forma delle case, erano diversi gli alberi, la luce era cambiata. Due giorni bastano per lasciarsi alle spalle una vita, se non ti volti mai indietro. Il primo tuono fece tremare i vetri. Il secondo fece tremare lui.
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